Sapere cos’è, come funziona e quanto è indispensabile garantirne la sua rapida formazione, può decisamente cambiare il risultato finale.
Ma c’è ancora una questione, che sta alla base di tutto e che da anni toglie il sonno alla comunità scientifica: “è meglio utilizzare i batteri che già sono presenti sul sito contaminato o è forse meglio aggiungerne di altri più specializzati?”
E se li adottassimo entrambi?
Perché potenziarlo?
Ti è mai capitato che il tuo biofiltro proprio non ce la facesse a mantenere le emissioni maleodoranti, sotto le 300 OU/mc, pur funzionando correttamente e con un rendimento di circa il 90%?
Capita più spesso di quanto immagini. Ecco perché e cosa puoi fare.
Ma come si attiva veramente un biofiltro e quali sono queste “condizioni ottimali”, per averlo sempre al top?
Perchè sento la necessità di puntualizzarlo?
Perchè purtroppo, c’è ancora molta confusione, nel campo degli attivatori biologici, tra enzimi e batteri. Cosa comprensibile per i non addetti ai lavori, ma non altrettanto per consulenti o venditori che ci lavorano ogni giorno.
Ma quali sono le differenze tra enzimi e batteri, e perché è così importante conoscerne le differenze, per il corretto funzionamento di un qualsiasi processo o trattamento biologico?